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Anna Bilotta

author
Anna Bilotta – Cosenza, 1987
studentessa laureanda in Ingegneria Edile – Architettura
Cosenza, Università della Calabria

contribution
Diptych
26 coppie di foto realizzate in opposizione dallo stesso fuoco, accompagnate da una planimetria, formato A3, del sistema Cosenza – Rende che, puntualmente, consente di localizzare i milestones del percorso; in più, 3 coppie di foto si presentano come deduzione e conclusione teorica personale di questa esperienza conoscitiva.

received 20.04.12 / special project for The Wall #7  – Cosenza, Università della Calabria

Presentazione Finale

 

note
Due realtà che convivono, che si specchiano l’una nell’altra. Se vedi l’una, però, volti le spalle all’altra; eppure sono entrambe lì, seguono il tuo percorso…un muro ti impedisce di percepirle allo stesso tempo, ma sono presenti. Con il tempo, l’occhio si abitua e non riesce più a notare il contrasto, c’è solo un contesto “bello, vivo” ed un altro “morto”; e quest’ultimo è così silenzioso che si ci fa l’abitudine e poi… poi, è come se non esistesse più, è diventato invisibile: è nato un altro muro. Un vuoto, questo muro invisibile, separa le anime della città, contesti stridenti e desiderosi di urlare per far sentire la propria voce al di là di questo insormontabile ostacolo. Cosenza, una città piccola ma ricca di margini, come li indicherebbe l’urbanista e studioso del vissuto sociale Kevin Andrew Lynch, di ogni tipo: fisici, razziali, ideali, generazionali, politici, culturali, economici e via dicendo. L’idea consiste nell’attraversare longitudinalmente, da Sud a Nord, la città fino al Campus universitario, soffermandomi su quei particolari elementi di attrito e documentando con l’ausilio della fotografia i miei passi. Un percorso che si vuole volontariamente concludere con un piccolo resoconto personale su questa esperienza, ritrovando quelle barriere che non è possibile percepire solo attraversando in lungo e in largo la città ma solo vivendola. Manca la comunicazione tra le due sponde, due mondi così diversi ma proprio per questo motivo complementari…è necessario alzarsi in piedi per iniziare a rivolgere lo sguardo oltre l’invalicabilità del muro, così da poter guardare negli occhi chi ha la forza e la volontà di fare altrettanto dal lato opposto e iniziare a vivere una sola città, che non tolleri ma integri i suoi mille volti.

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